E' Natale, nell'aria suoni allegri e sereni, ma sulla pista del ghiaccio appare una macchia scura, come un grande sacco. E' il corpo di un uomo, un uomo speciale, particolare, il professor Elpidio Lavari, brillante avvocato e affascinante seduttore. Un uomo schivo e altero, originario di Palmanova. Ma chi l'ha ucciso in quella situazione destinata a ben altri sentimenti lì, nel cuore di Udine e delle sue piazze? Il corpo viene scoperto da Marianna e Leandro, reduci dalla proverbiale pizza udinese del martedì sera, e l'indagine è affidata dal questore Mocilnik al commissario Corba, uno che vorrebbe una vita piatta, tranquilla, senza scogli o enigmi, una vita ben rappresentata dal nome del paese friulano in cui abita, Costracco, che è un luogo evidentemente immaginario, collocato dentro una mappa con tanti altri luoghi invece ben veri: oltre a Udine o Palmanova ci sono Strassoldo, Pontebba, Cavazzo, Nimis, Camporosso, eccetera...
Queste le necessarie premesse per entrare nelle pagine del giallo scritto da Giuliano Pellizzari, “La scatola del tè” (Corvino edizioni), e presentato nella libreria Friuli di Udine per gli incontri di “Aspettando... La Notte dei lettori”. Come ha spiegato all'inizio Martina Delpiccolo, direttrice artistica del festival e con la quale l'autore ha dialogato per accendere spie di attenzione e curiosità attorno alla storia narrata, il genere giallo sovente può apparire come il più scontato, ripetitivo, persino banale, visto che la macchina letteraria è sempre la stessa prevedendo un delitto, un'indagine, tra indizi, sospetti, colpi di scena finché l'eroe di turno, ovvero il commissario o chi per lui, scopre il colpevole per il lieto finale. Proprio tale scenario, ha aggiunto Delpiccolo, rende complicato l'intento di chi invece vuole esprimersi in maniera originale per fare la differenza e donare emozioni inedite, come accade appunto nel giallo di Pellizzari visto che al lettore stavolta si chiede di partecipare all'impresa. Lui stesso è chiamato a cercare, a spremersi le meningi, a indagare perché, in conclusione, deve scoprire e decidere da solo chi ha compiuto il misfatto.
Giuliano Pellizzari, confermando che questo era appunto il suo intento, ha messo in luce alcune caratteristiche seguite nel suo cammino, come a esempio l'atteggiamento di fiducia che in qualche modo accomuna e avvicina i vari protagonisti dentro una catena che induce il lettore ad agire attivamente “non essendoci alcun Poirot a risolvere magicamente il caso”.
Martina Delpiccolo ha pure sottolineato la grande attenzione verso i luoghi friulani, dove tutto è ambientato, disegnando una mappa in cui sono evidenziati curiosi aspetti. Per esempio, Pellizzari dice che Udine è una città dalla doppia anima, visto che la sera vive un coprifuoco tutto suo, con vie e piazze vuote, mentre i locali sono strapieni di gente. Una città a due facce: tutto cambia dal giorno alla notte. Dunque scenario ideale per la storia piombata addosso al professor Lavari.
Singolare il racconto su Costracco, dove vive il commissario Corba, eroe singolare e bizzarro, e dove l'unica osteria è gestita da un esule cubano. E poi c'è il gioco linguistico con apparizioni di parole tratte dal friulano o da altro, per rafforzare la connotazione ironica che accompagna il tutto. Insomma, la scatola del tè è davvero piena di sorprese. E, come è stato annunciato durante l'incontro, forse diverrà anche una fiction tv. Chissà!