La forza della natura e l'anima blues fra le Valli del Natisone e Cividale

Scena da “sold out” nella sala consiliare di San Pietro al Natisone, in una caldissima domenica pomeriggio, per ascoltare Mauro Ferrari, che per l'ennesima volta, viaggiando nel suo Friuli, si è trovato nel luogo giusto nel momento giusto. Davanti aveva Cividale e tutte le Valli del Natisone, accorse all'appuntamento inserito nel programma di “Aspettando... La Notte dei lettori”, iniziativa promossa dall'Assessorato alla cultura di Udine in collaborazione con una ventina di Comuni per dare forza e slancio al gioiello rappresentato dal Sistema bibliotecario del Friuli. E l'appuntamento con Ferrari, il luminare della nanomedicina, lo scienziato friulo-americano che trasforma in qualità preziosa, sincera, immediata, tutto quello che fa o dice, si è inserito in maniera perfetta in tale disegno, come ha detto all'inizio Martina Delpiccolo, direttrice artistica del festival, che ha organizzato l'incontro per il quale ha ringraziato Patrizia Pauletig. E l'attenzione con la quale le Valli hanno accolto questa opportunità è stata sottolineata nel saluto iniziale dal sindaco di San Pietro, Mariano Zufferli. Del resto, come ha detto Martina Delpiccolo, questi sono  tra i luoghi più cari a Ferrari, scelti proprio con lui per il tour friulano intrecciatosi attorno alle pagine del suo libro  “Infinitamente piccolo infinitamente grande. Io, la nanomedicina e la vita intorno” (Mondadori), nel quale di getto, aprendo il cuore e lo scrigno dei ricordi, narra tutto di sé, della sua straordinaria esperienza umana e professionale. Le Valli del Natisone, ha aggiunto Martina Delpiccolo, sono una terra particolare, tra acque, boschi, paesaggi solitari e struggenti, perché qui c'è un po' l'anima del blues che Mauro Ferrari ama tanto e porta ovunque con sé, come lui stesso ha spiegato: “Io mi sento profondamente friulano, anche se sono nato a Padova. Ho vissuto vent'anni a Udine e il Friuli è stato molto generoso con me. Da ragazzo non frequentavo le Valli, ma poi per me questo è diventato un paradiso, dal punto di vista ambientale e delle interazioni personali. Vi ho trovato la forza e il fascino della natura, qui ho conosciuto la pasticceria dei golosi, ho esplorato il Matajur, ho visitato angoli strepitosi: Grimacco, Seuza... Qua possono nascere contatti e progetti nuovi. Nel libro ho messo gli indirizzi. Scrivetemi, vi risponderò sicuramente. Parliamo...”.

Tra i legami cividalesi, Mauro Ferrari ha accennato anche a quelli musicali, per esempio l'incontro a Houston con Texas Johnny boy, ovvero Giovanni Moschioni da Cividale, saxofonista, conosciuto nei locali di Houston, oppure l'amicizia con la favolosa Rhytm & Blues band, dove suona anche un cugino di Moschioni (“Siete strepitosi. Ma a Cividale cosa ci mettete nell'acqua?”).

L'incontro a San Pietro è proseguito intenso, divertente, commovente (come quando Martina Delpiccolo ha letto le pagine dedicate a Marialuisa, la moglie morta a 32 anni di cancro), perché il libro di Ferrari “non è una biografia, ma un canto alla vita e il suo motivo conduttore è che bisogna sempre trasformare il proprio dolore in qualcosa di buono per gli altri”.

Durante l'incontro è stato ricordato con grande commozione don Pierluigi Di Piazza, angelo friulano dell'accoglienza, morto poche ore prima. “L'ho conosciuto quando vivevo nel quartiere di Paderno - ha detto Ferrari -. Lui era un giovane cappellano. Capimmo subito che tra noi era arrivato un prete vero, con idee rivoluzionarie. Battezzò i miei figli e con  lui ho parlato e discusso a lungo. Un grande friulano”.

La presentazione ha incluso pure uno strepitoso aneddoto riguardante Papa Bergoglio (dedicato anche al giovane parroco di San Pietro,

amico di Ferrari), racconti straordinari sulla ricerca contro il cancro e si è conclusa in modo speciale, con il professore che ha cantato un motivo blues accompagnato dalle note uscite dal suo smartphone: “Aiutami Signore, la mia anima è nelle tue mani...”.