La contessa friulana che fece da mamma agli italiani sulla Transiberiana

La contessa friulana che fece da mamma agli italiani sulla Transiberiana

 

Si chiamavano di cognome Zanier, Brovedani, Indri, venivano da Pradis, Clauzetto, Vito d'Asio. Erano i friulani che lavorarono alla costruzione della ferrovia attorno al lago Bajkal, in Siberia, agli inizi del Novecento. Una storia straordinaria, rimasta a lungo misteriosa. I friulani erano ricercatissimi per la loro abilità nel lavorare la pietra: venivano così utilizzati soprattutto per fare ponti e gallerie. La costruzione della ferrovia sul Bajkal, lunga circa 328 chilometri, cominciò nel 1901. Gli italiani erano 500 (su un totale di oltre diecimila lavoratori), venivano un po' da tutta l'Italia settentrionale, ma i 300 friulani costituivano il nucleo più consistente. Valentino Floriani era il titolare di una ditta di costruzioni e con lui, oltre ai figli maschi, si trasferirono in quelle terre anche la moglie, la contessa Pierina Savorgnan di Brazzà Cergneu, e la figlia Lucia. La nobildonna friulana insegnò pure latino al ginnasio di Irkutsk e venne soprannominata la “mamma degli italiani” perché aiutava gli operai friulani a preparare documenti e scrivere lettere a casa. Nel 1918, travolta dagli eventi della Rivoluzione d'ottobre, fuggì in Italia attraverso Vladivostok e una volta in patria scrisse un libro di memorie.
Nel testo del “ricordino” stampato per il trigesimo della morte di Pierina di Brazzà Savorgnan Cergneu, avvenuta a Nimis nel 1936, si legge: «Per l’illuminata bontà e la profonda umanità, l’elevatezza del suo spirito scevro di pregiudizi, ella è degna di essere collocata accanto alle più belle e significative figure femminili del forte e austero Friuli».

L'editore Gaspari ci ha donato la straordinaria storia della sua vita nel libro “Una contessa italiana dalla Transiberiana alla Rivoluzione”, scritto da Livia Giordani, già funzionario del ministero dell’Interno e della Giustizia, studiosa del protagonismo femminile. L'autrice ne ha parlato assieme a Paolo Gaspari e ad Antonino Colloredo Mels nella libreria Einaudi di Udine in uno degli incontri di “Aspettando... La Notte dei lettori”, che continuano ora fino al 3 giugno. In particolare, ha spiegato come è nato questo testo che, basatosi su accurati approfondimenti storici, si è poi inoltrato nel raccontare una vita avventurosa e tormentata, ma sempre affrontata da protagonista, grazie a un carattere peculiare e originale, pure quando si trovò nell'incendio della Rivoluzione, uno dei periodi più convulsi e decisivi per l'Europa.