In viaggio con Flo e Stefania Conte per conoscere il popolo dei folletti

Ogni località del Friuli ha il suo folletto, anche se non lo sa. Per esempio, Gemona ospita il “pamarindo”, mentre a Pontebba si muove agile il “camparitul” e a Pulfero è di casa lo “skrat”. E così via, se si vanno a scorrere i testi della tradizione e degli studi antropologici. Va ricordato pure che dietro la parola “folletto” si cela una creatura leggendaria, raffigurata generalmente come un essere piccolo, burlone, sfuggente, capace di volare e di rendersi invisibile. La caccia (a fin di bene) ai nostri folletti, che ancora sicuramente ci sono, può cominciare dalla lettura di un romanzo scritto da Stefania Conte e pubblicato da Morganti editori, presentato nell'auditorium di Cassacco per gli incontri di “Aspettando... La Notte dei lettori”. Si intitola “Flo dei folletti” ed è il primo di una trilogia che, come ha spiegato l'autrice dialogando con Antonella Peressini, ha l'intento di far entrare in qualche modo i folletti dentro i meccanismi e i passaggi della vita reale togliendoli dalla solita dimensione del fantastico e del fantasy per dare a ciascuno di loro un significato, un volto, all'interno di una storia vera, dall'inizio alla fine. Per riuscire in tutto ciò è necessario naturalmente utilizzare strumenti narrativi particolari, partendo anche da una accurata conoscenza della materia e ricorrendo all'ironia mentre si disegnano queste figure consegnateci dal mito. Insomma, ha precisato ancora Stefania Conte, lo scopo è di trasmettere la bellezza dei racconti folclorici attraendo il lettore e nello stesso tempo specificando simboli e finalità a cui ogni folletto deve rispondere in qualche modo. All'origine di una simile avventura romanzesca che si svolge in Friuli, e in Carnia soprattutto, c'è una donna, Matilde Canal, che dopo aver trovato rifugio nel borgo delle case spezzate, a Misincinis, nella valle del Chiarsò, nel giorno del trentunesimo compleanno mangia una zuppa di rape, smette di invecchiare, incontra il saggio Gurù e decide di partire alla ricerca degli altri folletti, un vero popolo, mettendosi alla guida della sua Topolino. E inizia così un viaggio nel mondo reale della fiaba dove dolore, paure e coraggio hanno la stessa dignità di gioia e amore.

Al termine della presentazione, l'editore Paolo Morganti ha annunciato le prossime uscite dei romanzi inediti di Carlo Sgorlon, che era originario di Cassacco. Ottenuti i diritti dagli eredi, verranno proposti nel tempo tutti e tredici a cominciare da quello intitolato “Nel segno del fuoco” dove Sgorlon parla della morte di Pier Paolo Pasolini. “Romanzi – ha precisato Morganti – mai pubblicati quando Sgorlon era in vita perché lui stesso  non li riteneva abbastanza 'sgorloniani', cioè in sintonia con il suo stile. E invece sono capolavori da riscoprire”.