C'era quasi un'aura magica ad accompagnare Mauro Ferrari nel suo tour friulano in tre tappe, organizzato da Martina Delpiccolo in occasione di “Aspettando... La Notte dei lettori”. Incontri che lo hanno portato in luoghi cari a lui, alla sua famiglia, ai ricordi, con significati che si sono evidenziati per intero proprio durante le situazioni venutesi a creare. Lo spunto iniziale era sempre la presentazione del libro scritto da Ferrari e pubblicato da Mondadori, “Infinitamente piccolo infinitamente grande. Io, la nanomedicina e la vita intorno”, che non è un'autobiografia, ma un autentico canto alla vita e a tutto ciò che ci può riservare in un cammino fatto di sentimenti, consapevolezze, certezze da costruire a poco a poco, partendo anche da zero e proprio con tale numero (zero) è indicato il capitolo iniziale del libro mentre il secondo si intitola in maniera altrettanto emblematica “Boh e BOH”. Tutti elementi per capire poi il ragionamento che ha guidato la scrittura di Ferrari, una scrittura quasi dallo stile jazz, genere musicale che lui pratica e ama, dove materiali apparentemente incongrui trovano un loro equilibrio, una sintonia, una logica narrativa imprevedibile.
Dopo Ramandolo e San Pietro al Natisone, questo straordinario evento intitolato “Mauro Ferrari. Il mio Friuli” è approdato in un luogo sorprendente, appartato, anche se si trova a due passi da una strada trafficatissima come la statale tra Cervignano, Aquileia e Grado. In un angolino, proprio dietro la chiesa di Terzo d'Aquileia, appare villa Cassis Faraone con il suo fantasmagorico giardino, fatto di armonia e serenità. Luogo davvero incantato dove, grazie all'ospitalità di Theodor Heinrich Mautner Markhof-Cassis Faraone e alla collaborazione dell'Auser Bassa friulana, si è tenuto l'incontro con Mauro Ferrari e Martina Delpiccolo, attraverso un dialogo partito dal libro (i cui proventi vanno a scopo benefico) per arrivare a spiegare perché è stata scelta proprio Terzo, luogo di origine di Matilde Antonia Venturini, lì nata nel 1863, bisnonna di Mauro Ferrari e nonna di mamma Flavia (protagonista anche nel libro perché, come ha detto Martina Delpiccolo, ne è quasi un controcanto grazie alle sue poesie che arrivano tra le pagine scritte dal figlio come una carezza). Della bisnonna Tilde ora si sa tutto grazie al suo diario pubblicato a cura di Alberto Vittorio Spanghero e ai documenti trovati in parrocchia in una ricerca svolta dal parroco don Pino e da Luciana Degano con la collaborazione anche del sindaco Giosualdo Quaini. Dunque, si apre sul passato della famiglia un ulteriore spiraglio, che dà ulteriore energia ed entusiasmo a questo viaggio friulano di Ferrari, al punto che ha annunciato la prossima uscita di un nuovo libro, di cui sarà coautrice mamma Flavia.
Durante l'incontro, il professore, dialogando con Martina Delpiccolo, è entrato ripetutamente nelle pagine di “Infinitamente piccolo infinitamente grande” spiegando, da par suo, con linguaggio concreto, preciso e allo stesso tempo immediato, avvincente, comprensibile da tutti, come sia nata la nanomedicina che lo ha visto negli Stati Uniti quale assoluto protagonista negli ultimi 30 anni.
“Dobbiamo insomma dare un significato alla nostra vita”, ha concluso Ferrari. E per farlo bene, spesso è meglio partire da zero...