“State per affrontare un viaggio. Un viaggio diverso dai soliti. Un viaggio tra emozioni forti, tra alti e bassi. Un viaggio attraverso l'inspiegabile, a volte duro da capire, a volte tenero, da abbracciare. Un viaggio che vi porterà lontano, come i protagonisti di questo libro, attraverso una storia principale e tante altre esperienze a esse collegate...”
Parole sincere, oneste, vere, mai come stavolta, parole di cui fidarsi perché, pagina dopo pagina, tutto accade davvero così sfogliando “Incantesemâs. Destini uniti nella concretezza di un sogno” , un testo che entra dentro le vite, le battaglie, le speranze delle persone, le più diverse, tenute insieme da una speranza, da uno sgomento, da un dolore. Questa è la storia della Fondazione Progettoautismo Fvg, della sua evoluzione, di come è stata immaginata, creata, fatta palpitare la sua sede a Feletto Umberto. Protagonisti all'origine di tutto Elena Bulfone ed Enrico Baisero, che hanno scritto il libro (con la collaborazione di Ettore Zanca e Francesco Tuan) e lo dedicano “ad Alessandro, il nostro grande maestro di vita, e a Martina, la nostra guerriera della luce”. Nella prefazione il giornalista Toni Capuozzo, sostenitore fin dagli inizi del progetto, scrive: “Questa è la storia di una discesa nell'ignoto, dell'apprendistato necessario a trovare un linguaggio che permetta di comunicare, dietro urla e silenzi, morsi e carezze. Va da sé che viene da ammirarle, famiglie così, a stupirsi davanti a solitudini che diventano comunità, a tormenti che non si lasciano ridurre a ghetti”.
Elena Bulfone ed Enrico Baisero hanno presentato il libro e Progettoautismo Fvg nella biblioteca comunale di Pradamano per gli incontri di “Aspettando.... La Notte dei lettori” che nel suo programma ha inserito anche iniziative destinate all'inclusione. Ne è uscito un racconto per dire come il sogno di una famiglia con figlio autistico è diventato concretezza, inventando ciò che prima non c'era e adesso vede agire una struttura a cui accedono quotidianamente 93 persone autistiche. Insomma, questa è davvero la storia dei “cavalieri che fecero l'impresa...”.
Chi arriva lì viene salutato da un’opera di creatività urbana dipinta sul muro della sede, frutto del lavoro del collettivo di artisti Atelier Noway. Sotto le esperte mani del demiurgo Mattia Campo Dall’Orto la cifra stilistica dei ragazzi del centro diurno adulti si è fusa con la sua preziosa tecnica e la sua abilità operativa.
Il murale dice molto delle persone con autismo, dei loro sogni e delle loro capacità umane e artistiche. Il titolo è appunto “Incantesemâs”. Un grande cervo domina la scena stregando con lo sguardo severo e la diversità irreale. Un animale ricco di simbologie, legato sia alla forza istintiva del corpo e dello spirito sia al potere della calma e della fecondità. Nonostante lo si percepisca istintivamente come un animale tranquillo e pacifico, rimane pur sempre selvaggio e in quanto tale primitivo, difficile da domare. Il cervo assurge anche a figura di passaggio fra i due mondi, contribuendo all’unione degli opposti. E' stato scelto appunto quale simbolo per dire che non basta il buon cuore a creare un mondo inclusivo! Ci vogliono cervelli educati ad accogliere la diversità in tutte le sue forme.