Dovere e piacere, l'eterna battaglia nella Venezia dipinta dal Veronese

A partire dal Cinquecento Venezia divenne famosa in tutta Europa come luogo del piacere. Secondo il cronista Marin Sanudo, in città a inizio secolo esercitavano in tale ambito almeno 11 mila donne su una popolazione di 120 mila abitanti. La loro attività era legale e regolamentata, e nel tempo divenne anche parte dell'identità cittadina. In tale senso appare emblematica la storia di Veronica Franco, la più famosa di tutte. Cortigiana e poetessa, amante del re di Francia Enrico III durante la sua visita a Venezia, donna istruita al punto di difendersi da sola davanti all'Inquisizione (e fino all'assoluzione), Veronica è tra le figure più note della Serenissima...

Ed è lei anche la protagonista del romanzo storico “Il patrizio e la cortigiana” (Gaspari editore), di Antonella Favaro, presentato nella sala consiliare del Comune di Tavagnacco, a Feletto Umberto, per gli incontri di “Aspettando... La Notte dei lettori”. L'autrice ne ha parlato assieme a Martina Delpiccolo, direttrice artistica del festival, e Ornella Comuzzo, assessore comunale alla cultura, spiegando innanzitutto come è nata la sua passione, già all'origine di altri romanzi e saggi, verso il mondo della Serenissima calato nel tempo di un secolo cruciale quale fu il Cinquecento. Tutto iniziò a Peseggia, nell'immediato entroterra veneziano, nella casa di famiglia chiamata Ca' Moro Bernardo Morchio Favaro dal nome delle varie famiglie che la abitarono. A fine guerra ospitava profughi e senzatetto nascondendo la sua vera storia, che spuntò fuori quando, grattando sulle pareti, vennero alla luce affascinanti affreschi. Da quelle pitture, apparsele da ragazza, Antonella Favaro trae ispirazione per scrivere i suoi libri.

Il patrizio e la cortigiana” narra anche l'iniziazione della giovane Veronica da parte della madre Paola Fracassa, che decise di vestirla in un certo modo, di istruirla e di introdurla negli ambienti bene della città affidandola a sier Domenico Venier, poeta e assiduo frequentatore dell'Accademia della Fama. E così accadde che la ragazza, destinata a diventare la regina delle cortigiane, incontrò “il promettente e magnifico Zanbattista Bernardo”, l'altro personaggio del romanzo, la cui vita venne sconvolta dal matrimonio con una donna in attesa di un figlio non suo. Zuan dovette così scegliere tra ciò che gli dettava il cuore e quello che il suo lignaggio e il dovere gli imponevano, ovvero tra l'amore impossibile e i doveri di buon patrizio. Sulla sua a strada incontrerà celebri personaggi come l'architetto Andrea Palladio o il pittore Paolo Veronese, ai quali sono dedicati due capitoli del romanzo. A quest'ultimo, che illuminò il Cinquecento veneziano con i suoi dipinti, Zuan propone addirittura di affrescare la casa di Peseggia. E il maestro risponde: “Un passo alla volta!”.