A Reana i luoghi dell'inquietudine e la nuova primavera

Madre e figlio vivono una situazione in cui la figura del padre è talmente assente da generare inevitabilmente un legame affettivo quasi morboso tra loro, fatto di lacci e legami che paiono insolvibili. Spicca la figura di lei, chiamata “madame”, una donna un po' inusuale, demodè, che affronta una sorta di bipolarismo malinconico, da cui nasce l'indecisione feroce tra la voluttà dell'oggi e l'angoscia del domani... Comincia così, con “madame” e il figlio, il nuovo romanzo di Gianna Venier, “Fioriranno i giardini a Brera”, pubblicato dalla casa editrice L'orto della cultura, con prefazione di Paolo Patui, presentato nella biblioteca di Reana del Roiale per la rassegna “Aspettando... La Notte dei lettori”. L'autrice ne ha parlato dialogando con Walter Tomada, il quale ha spiegato come la vicenda si sviluppi in più città, disegnando una sorta di viaggio nei luoghi dell'inquietudine, che hanno poi come riferimento, indicato pure nel titolo, il famoso quartiere milanese di Brera, da dove si esprime metaforicamente l'auspicio, legato al romanzo e a tutti, che sbocci adesso una nuova primavera. A fine incontro, Maura Pontoni ha narrato il suo lavoro di editore, riguardante il libro della Venier e gli altri, scritti e pubblicati durante il lungo lockdown, come segnale di vitalità, di speranza e di un modo di stare insieme, attraverso i racconti e le storie.