Girone loggia del Lionello - Processo a Dante

Dante sotto accusa. Straordinario processo al grande antitaliano

Dante fu un grande antitaliano, per il ruolo che si assunse come giudice severo e critico implacabile di usi e costumi in un secolo molto complicato. In tale senso non ebbe prudenze e non si censurò lasciando ovunque tracce del suo modo di valutare uomini e atteggiamenti. Di tanta sincerità corrosiva fece le spese la stessa Beatrice alla quale Dante disse apertamente che tra le donne di Firenze, indicate in un lungo elenco, lei veniva solamente al nono posto... Da simili presupposti è partito lo straordinario “Processo a Dante”, che ha avuto in Angelo Floramo il protagonista di un monologo pieno di sorprendenti citazioni, proposte con ironia e tocco lieve, dunque a tutti accessibile e chiaro. Anche per tale motivo la Loggia del Lionello si è riempita in ogni ordine di posti con tanta gente che ha pure seguito dall'esterno le parole del protagonista, incalzante e preciso nell'elencare i capi di accusa, tratti dalla stessa Divina Commedia. Alla fine Floramo ha lasciato al pubblico il compito di giudicare Dante e di decidere se mandarlo all'Inferno, in Purgatorio o in Paradiso. Da parte sua, al di là delle accuse, molte delle quali inoppugnabili, ha fatto trapelare una sorta di simpatia nei confronti d'un moralista certo intransigente, ma sincero e necessario.